Yayoi Kusama, artista giapponese nata nel 1929, si è affermata come una delle voci più singolari e influenti dell’arte contemporanea. La sua ricerca artistica, caratterizzata da motivi ripetuti ossessivamente, installazioni immersive e un uso audace del colore, va oltre i confini dell’esperienza estetica per diventare un’esperienza profondamente spirituale.

L’Influenza delle Visioni sulla Sua Arte Spirituale

Sin dall’infanzia, Kusama ha sperimentato allucinazioni visive e uditive che hanno profondamente influenzato la sua percezione del mondo. A dieci anni, iniziò a vedere campi di puntini che sembravano espandersi e queste visioni, anziché rimanere un ostacolo, sono diventate il fondamento della sua pratica artistica.

Nella sua infanzia ha ricevuto una rigida educazione in una famiglia tradizionalista nella provincia di Matsumoto e la relazione conflittuale con la madre, oltre all’atmosfera repressiva della società giapponese del dopoguerra la spinsero a cercare libertà personale ed artistica andando negli Stati Uniti, dove è rimasta dal 1957 al 1973, anno in cui torno’ in Giappone.

Da allora vive volontariamente in un ospedale psichiatrico, continuando a creare opere.

Il Significato Spirituale dei Puntini (Polka Dots)

Il motivo distintivo di Kusama, i puntini o “polka dots”, rappresenta molto più di una semplice scelta estetica. Come ha dichiarato l’artista stessa: “Un puntino è un simbolo dell’energia dell’universo intero. La vita è un puntino, il sole è un puntino, la luna, le stelle sono tutti puntini. Anche tu ed io siamo puntini.”

Questa visione dei puntini come microcosmi di energia universale riflette una comprensione profonda dell’interconnessione di tutte le cose – un concetto fondamentale in molte tradizioni spirituali orientali, particolarmente nel buddismo zen. 

Attraverso la ripetizione ossessiva di questi motivi, Kusama richiama l’idea dell’unità nella molteplicità e dell’esistenza come parte di un tutto cosmico.

Le ‘Infinity Rooms’ come Esperienze Meditative

Le “Infinity Mirror Rooms” di Kusama rappresentano forse l’espressione più evidente della sua ricerca spirituale. Sono installazioni dove lo spettatore si immerge, contemporaneamente isolato e dissolto nell’immensità, grazie all’utilizzo di specchi, luci e oggetti ripetuti per creare un senso di spazio infinito.

Entrare in una “Infinity Room” significa sperimentare una sorta di annullamento del sé, il visitatore diventa simultaneamente osservatore e parte dell’opera, perdendo gradualmente il senso dei propri confini fisici. 

Questa esperienza richiama il concetto zen di “mu” (vuoto) e l’idea buddhista di “anatta” (non-sé), stati di coscienza in cui la percezione dell’io separato si dissolve, in un vero e proprio portale meditativo.

L’artista scrive: “Voglio che la mia vita sia un punto di luce in mezzo all’infinito dell’universo.”

Attraverso performance come “Self-Obliteration” (1967), in cui copriva se stessa e il suo ambiente di puntini, Kusama esplora la possibilità di fondersi completamente con il cosmo, un concetto che risuona con la tradizione buddhista dell’annientamento dell’ego come via per la liberazione dal dolore esistenziale. 

Per Kusama, l’arte diventa così un veicolo per sperimentare questa liberazione, un modo per trascendere, almeno temporaneamente, i confini della mente tormentata.

La Pratica Creativa come Forma di Terapia e Meditazione Spirituale

Se non fosse stato per l’arte, sarei morta molto tempo fa” ha dichiarato Kusama. Questa potente affermazione sottolinea il ruolo cruciale che la creazione artistica ha avuto nel suo benessere mentale. Il processo di trasformare i suoi problemi psicologici in arte è una forma di sublimazione, dove le emozioni difficili e le ansie vengono canalizzate in un’espressione creativa.

Anche le sue sculture di zucche, spesso ricoperte di pois, sono cariche di significato personale. La zucca è una forma che la affascina fin dall’infanzia e che rappresenta per lei conforto, stabilità e un senso di umorismo.

Il processo artistico di Kusama, caratterizzato dalla ripetizione meticolosa di gesti e motivi, assume le qualità di una pratica meditativa. La creazione dei suoi “Infinity Nets” – reticoli di piccoli archi ripetuti all’infinito – richiede un’attenzione totale e costante che ricorda la meditazione zen, dove l’attenzione focalizzata sul momento presente libera la mente dai suoi tormenti.

In questo senso, l’arte di Kusama rappresenta un esempio potente di come la creatività possa funzionare come pratica spirituale, come via di trasformazione del dolore in bellezza, dell’isolamento in connessione cosmica.

Un’arte che abbraccia l’infinito

Anche se Kusama ha assorbito influenze significative dall’avanguardia occidentale, il collegamento spirituale della sua arte resta profondamente radicato nella cultura giapponese e nelle sue tradizioni contemplative. 

I concetti di vuoto, di impermanenza e d’interconnessione che caratterizzano la sua opera richiamano direttamente la filosofia zen, ma si fondono anche con la libertà espressiva dell’arte occidentale, superando di fatto barriere culturali.

L’opera di Yayoi Kusama ci invita a contemplare la nostra esistenza in relazione all’infinito. Attraverso i suoi puntini, le sue reti e i suoi spazi specchianti, l’artista ci offre la possibilità di sperimentare, anche solo per un istante, quel senso di unione con il tutto.

Nel riconoscimento della nostra infinita piccolezza risiede, paradossalmente, la possibilità di una profonda connessione con tutto ciò che esiste – la vera essenza della spiritualità che Kusama continua a esplorare attraverso la sua arte unica e straordinaria.

Manuela Imperiali
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Manuela Imperiali

Sono SpiritualCoach®, Emotional Colors Mentor, Formatrice Metodologia Caviardage® e Evolutionmandala®, Facilitatrice tecniche energetiche Love Healing® e Access Bars®, ma soprattutto sono una multiventenne  in perenne evoluzione.

Sono convinta che tutti abbiamo dentro di noi le chiavi del nostro benessere e del nostro equilibrio, per questo accompagno donne sensibili e in evoluzione nei loro percorsi di crescita personale e spirituale, attraverso consulenze personalizzate, nelle quali mixo, a seconda delle esigenze e delle situazioni, Test dei colori in chiave olistica, scrittura poetica, tecniche energetiche tra le quali la lettura dell’ombra e le walking coaching, con attività diverse di creatività.

Il mio motto? Trova gli strumenti che ti risuonano, per esaltare la tua unicità e far brillare la tua Luce!

Il mio colore? ORO
Perchè? L’oro riempie, equilibra, sostiene e aiuta ad esternare la nostra luce.