Di Lucrezia Centonze
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Un colore speciale quello della terra, che mi appartiene ed è vicino al mio mondo.
Difficilissimo, se non impossibile da ritrovare nei fiori ma strettamente legato a loro, per ovvi motivi, più facile ritrovarlo in rami e foglie che mi piace abbinare a fiori nelle tonalità del bianco e in altre tinte calde, anche se non disdegno combinazioni azzardate di ogni tipo.
Non potevo però arrendermi, non è da me, così ho cercato a lungo un fiore del colore della terra e pur essendo stata un’impresa ardua perché niente si avvicina veramente, ho scoperto una varietà di Iris che potrebbe fare al caso nostro. Si chiama Iris Kent Pride ed è questo:
Non lo trovate incredibile?
Narra una leggenda che Luigi VII, vedendo dopo una battaglia vittoriosa degli iris fioriti in un campo, decise di farne l’emblema del suo regno.
Fiore simmetrico, la sua struttura è il tre: tre i petali interni eretti, tre i petali esterni ricadenti (tre anche le ramificazioni dello stilo ndr).
Fu chiamato fleur-de-Louis per essere poi confuso, a causa della sua somiglianza delle due parole, con il fleur-de-lys, il fiore del giglio: sicché nel Medioevo si cominciò a considerare come fiore simbolo della monarchia francese non l’iris ma il giglio. Lo stesso errore si è commesso con l’emblema di Firenze dove tuttavia, ogni anno, sotto il Piazzale Michelangelo, viene aperto al pubblico il giardino dell’iris: ve ne fioriscono vari tipi e di tutti i colori. E che l’iris sia l’autentico fiore della citta medicea lo attesta anche il suo nome botanico, Iris florentina.
Dai romani proviene l’altro suo appellativo, gladiolus, per la forma allungata delle foglie, simili a un glaudius, ossia a una spada. In italiano è detto anche giaggiolo.
Iris si chiamava anche la messaggera degli dei, figlia di Taumante ed Elettra: scendeva dal cielo lungo l’arcobaleno, che da lei prendeva il nome (in spagnolo si chiama ancora arcoiris infatti, ndr).
Come Ermes accompagnava le anime dei defunti nel regno dei morti, così faceva Iris per le donne: è lei a sciogliere l’anima di Didone morente, come racconta Virgilio nell’Eneide: “Iride rugiadosa con croce e penne, nel cielo traendo mille vari colori dal sole, discese e le si fermò sul capo: Questo, comandata, reco sacro a Dite. Da questo tuo corpo di sciolgo”. Per questo motivo i Greci piantavano il fiore di iris sulle tombe.
Nel Linguaggio amoroso dei fiori allude a tanti sentimenti secondo la varietà: l’iris di faraone parla di fatalità, la fimbriata di amore esaltato, la pratense di buona notizia, la tedesca di Incendio amoroso, la tuberosa di Desolazione.
Il fiore ha dato il nome anche al colore turchino e alla polvere usata in profumeria e derivata dal bianco iris di firenze, detto anche giglio celeste”[1].
Se penso al colore della terra però nella mia mente non appaiono fiori, diversamente da quello che accade con ogni altro colore, ma appare proprio lei.
È importantissimo conoscere che tipo di terreno abbiamo nei nostri giardini o sui nostri terrazzi per far sì che le piante e i fiori crescano bene e rigogliose. Inutile infatti insistere a voler far crescere chi non è adatto a quell’ambiente, si rischia di avere un aspetto mediocre, magari sì con le piante che preferiamo ma non al loro massimo splendore, non sane.
Sono tre i principali tipi di terreno: sabbia, argilla e limo. Variano a seconda della grandezza delle particelle da cui sono composte e che permettono di trattenere più o meno acqua e nutrimenti.
Se abitate in zone mediterranee o volete usare piante mediterranee (ricordatevi che è sempre meglio non esagerare forzando la natura), il terreno migliore è quello sabbioso, formato da particelle piuttosto grandi che permettono all’acqua di scorrere molto facilmente e quindi poco fertile.
Il terreno che trattiene meglio l’umidita e di conseguenza maggior nutrimento è quello argilloso, le cui particelle sono minuscole e porose, ed è l’ideale per le piante da frutto.
Il terreno esclusivamente limoso è raro, esiste lungo i fiumi, ricchissimo di nutrimenti spesso si compatta e si impregna.
Ma se volete avere il suolo perfetto per gran parte delle piante da giardino dovete usarne uno formato da una combinazione di sabbia e argilla in parti uguali, è il migliore perché trattiene abbastanza acqua da far assorbire alle radici ma permette un buon drenaggio e impedisce i ristagni.
[1] “Floriario”, pagg. 595-596, A. Cattabiani, ed. Mondadori
Ho giocato sempre con la terra, non sono mai stata una bambina schizzinosa e schifiltosa, ricordo che all’asilo ciò che preferivo fare era scavare buche e far saltar fuori i porcellini di terra, farli diventare piccole pallette rugose e poi aspettare che si riaprissero. Mi piaceva aiutare la mia mamma a travasare le piante sul balcone e poi vedere come l’acqua venisse più o meno velocemente assorbita dal terriccio. Dentro di me ho sempre saputo cosa sarei voluta diventare e anche se ogni tanto l’ho perso di vista, l’importante è essere tornata a quell’idea.
Mi piace il profumo della terra bagnata dopo un acquazzone, camminare a piedi nudi sull’erba del mio giardino, sporcarmi le mani piantando i bulbi in terrazzo. Adoro guardare il mio bambino che segue le mie impronte, che gioca con il fango, che mette i noccioli della frutta nei vasetti e aspetta di vedere spuntare le prime foglioline.
Sono debitrice verso la terra, senza di lei niente di tutto ciò che amo potrebbe esistere, niente fiori, niente frutti, niente alberi da abbracciare.
Al prossimo colore!
Lucrezia Centonze
Sono una fioraia door-to-door. Porta dopo porta consegno i miei fiori in tutta Milano, che sia un semplice bouquet, le consegne settimanali di “Cada semana una flor” o le mie “Colazioni fiorite”, che si tratti di una piccola festa in famiglia o di un grande matrimonio sfarzoso.
Come diceva Dante Alighieri, “tre cose ci sono rimaste del paradiso: le stelle, i fiori e i bambini” … alzate lo sguardo per trovare le stelle, circondatevi dei vostri bambini e per i fiori … ci penso io.
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