Spesso sentiamo dire frasi come: “Prendi l’azzurro, il rosa è per le femmine” o viceversa. Quante volte ci è capitato di ascoltare queste parole, magari in un negozio, al parco giochi o anche a scuola? È una frase che sembra quasi naturale, come se fosse una tradizione consolidata.
Ma siamo sicuri che sia davvero così? La storia dei colori racconta qualcosa di molto diverso. In passato, il rosa, che è una sfumatura del rosso, simbolo di forza, veniva associato ai maschi, mentre l’azzurro, legato al velo della Madonna, era considerato il colore delle bambine. Addirittura, il fiocco appeso alla porta per annunciare una nuova nascita era blu, un simbolo di protezione e benedizione.
Poi è arrivato il marketing, e con esso la trasformazione dei colori in segni distintivi dei generi. Le aziende di abbigliamento per bambini hanno dato forma a un’immagine del rosa e del celeste che ancora oggi conosciamo, ma questa non è una tradizione: è uno stereotipo, un’etichetta che separa e divide.
Se non suggerissimo ai bambini quali colori “devono” preferire in base al loro sesso, quale sarebbe la loro scelta? Molto probabilmente opterebbero per le sfumature che suscitano in loro emozioni positive, senza preconcetti. Invece, quando li costringiamo a scegliere in base a questi stereotipi, non facciamo altro che rafforzare la convinzione che certi ruoli e competenze siano riservati solo a un genere.
Purtroppo, ancora oggi in molte case c’è una divisione netta tra i compiti domestici e la cura dei figli, generalmente delegati alle donne. Inoltre, i libri di testo nelle scuole italiane non sono ancora in grado di fornire una vera educazione alla parità di genere, e sono lontani da un vero rispetto reciproco.
Credo che sia fondamentale fare la propria parte per smontare questi stereotipi, che, come ben sappiamo, possono sfociare in forme di maschilismo e violenza inaccettabili.
Anche nei piccoli gesti è possibile contribuire a costruire una cultura di inclusione e rispetto.
Con il mio lavoro di illustratrice, ho deciso di celebrare l’unicità di ogni bambino e bambina, affidando personaggi delle mie illustrazioni messaggi di parità, e facendo sì che i colori siano semplicemente… colori, senza etichette e pregiudizi.
Quando si parla di educazione alla creatività, alla libertà espressiva e all’inclusività, “Fiori” di HervèTullet è un libro che merita di essere consigliato.
Promuove l’esplorazione dei colori, senza le limitazioni degli stereotipi di genere.
Un’opera che, con la sua semplicità e potenza, apre la porta a un mondo di infinite possibilità. E’ caratterizzato da un uso esplosivo e accattivante del colore, che cattura immediatamente l’attenzione. I colori vivaci non sono solo un elemento estetico, ma sono anche uno strumento didattico per imparare a riconoscere e a giocare con le sfumature, stimolando la percezione visiva nei più piccoli.
“Fiori” non ha bisogno di parole complicate o di una struttura narrativa tradizionale per essere apprezzato, non fa distinzione tra età, sesso o capacità. Ogni bambino, indipendentemente da chi sia o da cosa sappia fare, può essere coinvolto nel processo di scoperta e divertimento.
È un esempio perfetto di come un libro possa essere inclusivo e accessibile a tutti, eliminando le barriere che spesso esistono nella lettura tradizionale.
La bottega della strega Alessandra Mura
Vivo e lavoro in Sardegna, in un vecchio casale nel verde che guarda il mare.
Credo fortemente che tutti abbiano diritto ad un’infanzia coloratissima, che nessuno si debba mai sentire escluso o sbagliato perchè diverso.
Per fare questo mi metto in ascolto, pronta a scoprire e conoscere realtà e punti di vista differenti.
Entra in questo mondo colorato e costruiamo insieme un posto in cui tutti e tutte trovano il loro spazio.
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