Di Lucia Primo
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“Se volete sapere tutto su di Andy Warhol basta guardare alla superficie dei miei dipinti e di me stesso: io sono lì. Non c’è niente dietro.”
Provate a fare un salto indietro nel tempo. Portatevi in quella fase della vostra vita in cui vi siete sentiti leggeri, felicemente superficiali ed estremamente divertiti.
Io me la ricordo benissimo. Ero sempre in movimento e circondata di persone allegre. Ogni situazione era una occasione buona per risvegliare il mio ottimismo e mi lanciavo in tutte le esperienze che mi capitavano davanti, dai viaggi, agli sport, agli incontri con le persone.
È il tempo delle vacanze e delle giornate che scorrono senza pensare a domani. Il periodo delle ore al sole senza fare niente, delle serate in compagnia a ridere e basta, delle passeggiate senza limite.
Quello è il periodo arancione che tutti noi abbiamo sperimentato almeno una volta nella vita. Talvolta ricapita. Altre volte dobbiamo ricrearlo intenzionalmente.
Sta subentrando un po’ di malinconia? Siete dentro la vibrazione dell’arancione.
L’arancione e le sue contraddizioni
Un colore molto contraddittorio che porta in sé la gioia e la spensieratezza del bambino e anche il sapore autunnale dei ricordi e di ciò che è concluso e va lasciato andare.
La leggerezza è una qualità dell’arancione spesso sottovalutata eppure quanto può essere diversa la nostra esistenza quando portiamo in essa il sapore goliardico della gioventù?
Non è un caso che questo colore sia associato al fanciullo e sia molto amato dai bambini. Esso mette in movimento le nostre emozioni, portandoci a sentire con tutto il corpo, a percepire le nostre energie, a lasciarci portare dalle sensazioni e a vivere pienamente e nel momento ciò che sta accadendo in noi.
Per il bambino tutto questo è molto naturale, è un fluire dell’energia della vita che gli permette di apprendere dalle esperienze, dagli incontri e dalla meraviglia della scoperta quotidiana.
Crescendo, quando diventiamo adulti, questa magia sembra svanire. Lasciando il posto al sapore malinconico dei ricordi e alla pesantezza delle nostre situazioni quotidiane.
Ho scritto sembra, perché in effetti non è così.
La leggerezza dell’arancione è ancora tutta lì, sulla nostra pelle, dentro il nostro corpo e nelle nostre emozioni. Temiamo di mescolarla e confonderla con la superficialità, per questo a volte la trascuriamo. La celiamo sotto il nostro atteggiamento serio e maturo, come se da adulti il gioco e la leggerezza non ci fossero concessi. Come se permetterci di prendere le situazioni con il sorriso lasciando che svolgano il loro corso fosse una atteggiamento quasi irrispettoso (vi è mai capitato di irritare qualcuno con la vostra leggerezza?)
Ciò che è nel corpo non svanisce
Quella leggerezza del bambino è viva più che mai solo che dobbiamo prenderne consapevolezza.
La nostra vita, le nostre esperienze, le sofferenze vissute e gli ostacoli superati ci hanno arricchiti nel tempo sempre di più. Recuperare la leggerezza mantenendo l’adulto che siamo è una forma di grande saggezza. Perché significa aver preso coscienza davvero di cosa voglia dire fluire nella vita. Di quanto lasciar andare con gioia le situazioni che ci limitano sia una consapevolezza di grande importanza, appresa dopo tanti blocchi e anche qualche ematoma.
Significa imparare ad essere così presenti alle proprie emozioni, così in contatto amorevole con le proprie ferite emotive da saper sorridere ed essere nella gioia anche nelle situazioni drammatiche.
E questo è tutt’altro che superficialità.
È piuttosto il viaggio di chi ha saputo andare nel profondo di se stesso, confrontarsi con scheletri e fantasmi e riemergere con il desiderio di tornare a vivere nella gioia.
È questo che leggo nella frase di Andy Warhol citata all’inizio di questo articolo: la volontà di un artista di portare nell’arte il proprio viaggio dentro se stesso e di nuovo in superficie, cercando di portare anche chi lo osserva nello stesso mondo.
In fondo, per quanto se ne dica, sulla superficie delle cose e nelle loro apparenze spesso sono impresse più verità di ciò che viene detto a parole. Perché ciò che emerge, senza filtro, non è controllabile.
E ora metti in pratica!
Cosa aspetti, quindi, a riportare nel tuo quotidiano la leggerezza dell’arancione? Ti propongo di seguito alcune attività che consiglio nei miei percorsi “Colora la tua Vita”:
– sintonizzati con la leggerezza, sentiti intenzionalmente leggera nel corpo e lascia che questa energia di leggerezza ti accompagni oggi in tutto ciò che farai
– danza, spesso e in tanti modi, con musiche diverse, sentendoti a volte bella e fascinosa, a volte divertente e giocosa
– muovi il tuo bacino, sede delle emozioni sedimentate, muovilo danzando o facendo esercizio. Lascia che emergano le tue emozioni e ringraziale, ti hanno insegnato molto
– dedicati ad una attività creativa, colora, disegna, canta, fai decoupage o bricolage, cucina un piatto nuovo. L’arancione è amico della creatività, sa risvegliare e nutrire le tue energie creative
– alleati all’acqua, strumento di pulizia e fluidità. Sentila scorrere su di te quando fai la doccia come un’energia che ti accarezza o, se puoi, galleggia su una superficie d’acqua e lasciati portare con dolcezza.
E ovviamente circondati di arancione nella casa, negli abiti, nei cibi! La vibrazione potente di questo colore risveglierà la tua saggia leggerezza!
Lucia Primo
Sono Lucia Primo, fondatrice di Fisiocolore un luogo fisico e virtuale in cui puoi trovare informazione, formazione, consulenza, trattamento per il tuo corpo e la tua anima.
Sono fisioterapista con la passione per la relazione corpo-emozioni e ho trovato nello studio dei colori e dei chakra uno strumento di crescita e consapevolezza fondamentale, sia per me stessa che per la mia pratica clinica.
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