Di Katia Barcaro
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“Se ciò che io dico risuona in te, è semplicemente perché siamo entrambi rami di uno stesso albero.” (William Butler Yeats)
Nel mondo professionale ed imprenditoriale sempre più donne si uniscono in reti o associazioni.
Tra le donne professioniste cresce la tendenza di destinare il proprio lavoro al target femminile.
Un esempio di questo fenomeno è proprio Sognosoloacolori, dove un team di donne interagisce con altre donne attraverso il codice del colore.
Che cosa contraddistingue queste forme di relazioni professionali in rosa? Personalmente ritengo che l’appartenenza al genere femminile sia un fattore determinante che favorisce la circolazione delle idee e delle iniziative attraverso l’empatia.
Empatia, la parola chiave
Il dizionario ci spiega che l’empatia è la capacità di comprendere gli stati d’animo altrui. Il significato etimologico è “sentire dentro” e potremmo tradurlo con l’espressione comune “mettersi nei panni di un’altra persona”.
Dal punto di vista psicologico, essere empatici significa partecipare profondamente alle esperienze di altri esseri, sentendone le emozioni. Viene descritta come un’abilità che può essere praticata e allenata, quindi possiamo sempre migliorare anche su questo fronte!
Immedesimarsi, identificarsi, permette anche di riconoscere l’altro. Essere riconosciuti è uno dei bisogni più importanti nelle relazioni. Se non vengo riconosciuta non mi sento nemmeno accolta, compresa, accettata. L’accettazione dell’altro, del diverso, presuppone in primis la capacità di vedere l’altro e di ri-conoscerlo, con le sue caratteristiche e i suoi bisogni.
Quanto è spontaneo essere empatici?
Si sente dentro più facilmente ciò è già stato vissuto ma a volte conoscere una situazione o una esperienza di vita può diventare un tranello. Non è detto che il nostro modo di sentire e di reagire di fronte a determinati cambiamenti della vita sia lo stesso che stanno sperimentando altri.
In una prima fase è bene provare a trattenere l’istinto di identificarci nell’altro quando non sappiamo ancora quale sia la sua effettiva reazione. Potremmo rischiare di soffocarlo/a con la nostra interpretazione del suo sentire o di dare per scontate delle percezioni che non trovano riscontro nella persona che si rivolge a noi.
Provare empatia per chi sta vivendo una situazione a noi sconosciuta o molto lontana dalla nostra “normalità” è la forma più alta di riconoscimento. Richiede uno sforzo di immedesimazione più intenso ma è proprio questa la vera empatia: sentire l’altro e le sue emozioni anche se, apparentemente, non abbiamo nulla in comune.
Mettendoci in ascolto, accogliendo chi ci è di fronte, così com’è e con le sue vibrazioni, potremo trovare il ramo di quell’albero su cui sentirci vicini (vedi citazione iniziale). L’ascolto e la capacità di accogliere hanno una sfumatura che predomina: quella del rosa. Le donne, indubbiamente, sanno fare leva su queste loro doti anche nel mondo professionale e i risultati si vedono!
Empatia in tempi di Covid19
Durante questo periodo così drammatico e imprevedibile, moltissime donne professioniste si sono messe in gioco in maniera imponente e spesso hanno fatto squadra per mettere in circolo valore, aiuto, stimoli nuovi. Ma non tutte hanno reagito allo stesso modo o con gli stessi tempi. Di questo non ci si deve stupire. Dobbiamo ricordare, infatti, che ciascuno di noi ha la propria storia, le proprie premesse, ed è anche in base a queste che possiamo elaborare un atteggiamento piuttosto che un altro di fronte a situazioni di stress.
In tutto questo, i cambiamenti professionali e le prospettive economiche sono via via diventati il pensiero fisso di molti di noi, in particolare di chi ha un lavoro autonomo.
Oggi mettere in campo l’empatia nei rapporti professionali può essere più facile, poiché ci sentiamo tutti sulla stessa barca… Ma in tanti casi specifici può diventare più complesso, perché le emozioni di fronte a cambiamenti così imponenti sono particolarmente accese e le problematiche personali possono differire anche in modo rilevante.
Entrare in contatto profondo con l’altro significa anche sospendere il giudizio e quindi se voglio (ri)mettermi in linea con una cliente o con una collaboratrice in un periodo come questo, è meglio mettersi in ascolto e accogliere le loro emozioni senza pretendere che assomiglino alle nostre.
Ruoli dell’empatia nel business in rosa
Grazie all’empatia si riesce a stabilire un contatto iniziale più efficace. In questi casi, si dice spesso “siamo entrate in sintonia”. Il significato etimologico di sintonia, che deriva dal greco, è accordo di suoni, quindi possiamo dire che corrisponde al sentirsi in armonia con le vibrazioni dell’altro.
Grazie a questa sensazione di accordo e di armonia, sentiamo che la relazione si sta instaurando nel modo più soddisfacente o più fluido. E tutte sappiamo bene come il contatto iniziale sia estremamente importante per il futuro del nostro rapporto professionale.
L’empatia permette anche di proseguire il rapporto di lavoro sulla base di elementi come fiducia e collaborazione. Mettersi nei panni dell’altro fornisce sempre la possibilità di posizionarsi su un fronte di osservazione diverso da quello che ci verrebbe spontaneo. Leggendo con gli occhi del/della nostro/a cliente, possiamo intuire le risposte che apprezzerebbe di più rispetto alle sue esigenze. Del resto, sapendo di essere compresa, la cliente o la collaboratrice, sarà più facilmente disposta a delegare scelte o interpretazioni.
Tutto ciò favorisce anche la fase di vendita: entrare in sintonia con le esigenze e le emozioni dell’acquirente è una chiave per comprendere come e cosa proporre in quella determinata contrattazione. Anche in questo caso, ascoltare è la prima azione consigliabile.
L’empatia nelle diverse professioni
A seconda delle professioni, la capacità di entrare in relazione empatica può essere irrinunciabile per tutta la durata del rapporto professionale o necessaria per almeno alcune fasi dello stesso.
Tutte le professioni volte all’aiuto di persone che affrontano cambiamenti, progetti o difficoltà di diversa natura, sono basate essenzialmente sulla capacità di ascoltare e di stabilire una relazione empatica. Inutile dire, quindi, che se non si riesce ad entrare in sintonia con l’altro e a cogliere il suo punto di vista, difficilmente una professionista dell’aiuto riuscirà a soddisfare davvero i suoi clienti. In questa area professionale, dunque, saper essere empatiche è irrinunciabile.
Se la tua professione presuppone la vendita di prodotti o di servizi diversi, se sei un’artigiana oppure una consulente assicurativa o finanziaria, ad esempio, non è meno importante saper cogliere le emozioni e le esigenze di chi si rivolge a te almeno in fase iniziale. Ad esempio, se crei quadri o monili, cerchi di mettere al sicuro le finanze di una famiglia o realizzi la grafica di una piccola attività, devi comunque e necessariamente entrare in contatto con la cliente e individuarne le sue peculiarità per rispondere ai suoi bisogni veri.
Un esempio molto differente è quello della scrittrice (o dello scrittore). La sua immagine è tradizionalmente collegata a quella di persona solitaria che sta chiusa nel proprio studio a scrivere. E probabilmente in questa immagine ci sarà del vero. Eppure, come potrebbe una professionista della scrittura comunicare con le sue lettrici se non fosse in grado di entrare in profonda empatia con i suoi personaggi? Come potrebbe far scaturire quel sottile filo di profonda immedesimazione anche nelle lettrici, se non sapesse mettere in scena il concetto di empatia? Anche una professione che presuppone di lavorare per un pubblico che non si vede può essere fondata su questa abilità.
Considerazioni finali
In questo articolo ho voluto mettere in evidenza quanto il business al femminile sia caratterizzato da una specifica abilità di questo genere di instaurare rapporti empatici con i propri clienti e collaboratori.
Mettersi nei panni dell’altro presuppone la capacità di invertire il punto di osservazione e di intuire la visione di una esperienza o di una esigenza del proprio interlocutore. Per fare questo è importante concentrarsi sull’ascolto attivo e provare ad abbandonare, almeno temporaneamente, i propri pre-concetti.
Le donne sono, in tal senso, più favorite perché hanno spesso una più spiccata propensione verso la comunicazione e anche verso la parte più strategica di questa arte, cioè quella legata all’ascolto. Altra dote che sostiene la capacità di coinvolgere e di sentirsi coinvolte è quella della flessibilità, che aiuta a muoversi sull’asse di collegamento tra due persone.
Provare ad entrare in una forma più profonda di empatia può essere la strada per coltivare rapporti più duraturi e soddisfacenti, anche quando sono di natura professionale. Quindi, se credi di aver ancora dei margini di miglioramento, puoi provare ad allenarti. Ti accorgerai che funziona!
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