Di Federica Cantrigliani
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Quando penso al turchese la prima cosa che mi viene in mente è l’acqua e mentre ti scrivo fuori sta piovendo. La sento che scroscia sulle strade e lava via, senza indulgenza tutto ciò che non serve. Per questo oggi ho deciso di parlarti del metodo Kawa che sposta l’attenzione dal singolo individuo ai contesti. Questo modello, sviluppato da Michael K. Iwama, docente di terapia occupazionale alla facoltà di medicina dell’università di Toronto, in Canada, insieme ad altri terapisti occupazionali giapponesi, offre una visione totalmente diversa usando il fiume (kawa in giapponese) come metafora della vita (flusso vitale). Questo fiume rappresenta la vita della persona e le sue occupazioni, considerando la persona come parte del contesto (il loro mondo). Il fiume ha diversi elementi:
– le rocce che rappresentano le circostanze, gli ostacoli al tuo flusso
– il letto del fiume ovvero il tuo ambiente, il tuo contesto sociale e culturale
– la vegetazione rappresenta le tua capacità e le tue risorse, tutto ciò che metti in atto per superare gli ostacoli che incontri lungo il percorso
– lo spazio tra gli elementi ovvero il modo in cui il fiume cambia continuando il suo flusso vitale che rappresentano le ragioni che mantengono in vita la persona.
Lo scopo è cercare di trovare un giusto equilibrio tra tutti gli elementi per bilanciare il flusso del fiume e quindi il flusso vitale della persona.
Come sempre il punto di partenza sono i tuoi punti di forza. Il superamento degli ostacoli e dei problemi (rocce) sarà più semplice ed efficace se parti dalle tue potenzialità e dalle competenza acquisite nel tempo.
Lasciar andare
La cosa che mi piace di più del metodo Kawa è che anche qui si lavora sulla consapevolezza (ti ricordi gli esercizi di mindfulness di cui abbiamo parlato a ottobre?) e lo facciamo esercitando uno dei principi della pratica ovvero l’accettazione che non significa rassegnazione ma accoglienza e gestione. Infatti, imparare a lasciar andare, a seguire il flusso dell’acqua senza farsi trascinare ma gestendo in modo positivo le difficoltà affrontandole senza incaponirsi o fissarsi permette di migliorare non solo il nostro umore ma anche la nostra produttività lavorativa. infatti, imparare a controllare il fiume significa anche imparare ad avere una visione completa della situazione e gestire in modo preventivo le difficoltà, liberandosi da ciò che non serve più o non è più in linea con quello che desideri. Significa seguire la corrente, accettando le sfide, visualizzando i tuoi obiettivi, scomporli e comprendere come raggiungerli, vedendo gli ostacoli o le sfide senza paura ma con un piano d’azione preciso. Significa programmare con cognizione di causa le attività, i progetti ma anche tutto ciò che riguarda il tuo benessere e quello della tua famiglia imparando a dare la giusta priorità concentrandosi su ciò che davvero desideri e non solo sui doveri.
Il metodo Kawa è ancora poco conosciuto in Italia ma può servirti per raggiungere una buona armonia nella vita tra lavoro, casa, relazioni e benessere personale, soprattutto per quelle persone che tendono a farsi troppo spesso carico dei problemi e dei malesseri altrui. Cosa ne pensi? Riesci a vedere la tua vita come un fiume che scorre?
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Federica Cantrigliani
Sono Federica e il mio scopo è rendere i liberi professionisti più felici nel loro lavoro. Sono una psicologa specializzata in branding e una coach umanista, mi definisco una ikigai specialist perchè mi occupo di personal branding partendo dall’identificazione della vocazione, delle potenzialità, delle competenze e delle peculiarità uniche di ogni persona. Perché l’importante non è cosa fai ma perchè lo fai!
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